Il Chöd di Mahamudra
Tutti i commentatori sono d’accordo sul fatto che l’espressione “Chöd di Mahamudra” – a prima vista paradossale – si riferisca specificamente a quella specifica tradizione del Chöd che discende da Machig. Come lei stessa afferma:
La mia tradizione è il Chöd di Mahamudra.
dopo l’apparizione del sole del Mahayana,
il Chöd scaccia l’oscurità dell’ignoranza[1]
Il termine mahamudra (tib. Phyag rgya chen po) significa letteralmente “il grande sigillo”, un’analogia con l’autorità immutabile di un sigillo reale. Esso simbolizza la natura ultima della mente libera da ogni dualismo soggetto-oggetto – lo stato mentale naturalmente sereno ed aperto che altro non è se non la Buddhità stessa. Il carattere immutabile di Mahamudra consiste nel fatto che il continuum mentale è puro sin dall’inizio, la natura di ogni pensiero è in essenza inseparabile dal Dharmakaya, il corpo di vacuità dei Buddha. Machig definisce Mahamudra come segue:
Le mie istruzioni sul Chöd consistono nell’autentica tecnica di Mahamudra,
e Mahamudra non può essere spiegato [a parole].
Phyag è la natura di vacuità [della mente],
rGya è la liberazione dalla vastità del[le apparenze del] Samsara;
Chen po è l’unione inseparabile [di apparenza e vacuità][2]
Secondo [l’insegnamento di] Mahamudra, la mente in se è un oggetto di meditazione sia nei Sutra che nei Tantra. Essa è la base di tutte le sofferenze e le illusioni, ma è anche la base per la liberazione da tali sofferenze e illusioni. Nelle parole del Mahasiddha Saraha:
La mente è la sola origine di tutto;
del ciclico vagare per il Samsara,
della liberazione nel Nirvana.
O, in altre parole, così come viene presentato dal Terzo Karmapa nel suo Preghiera di Aspirazione a Mahamudra:
Quando cerchi un oggetto,
oggetto non c’è, c’è solo mente.
Quando cerchi la mente,
mente non c’è, la sua essenza è la vacuità.
Quando cerchi entrambi, la dualità si auto-libera.
Possa io realizzare la chiara natura della mente.[3]
Di conseguenza, Mahamudra rappresenta l’insegnamento ultimo sulla natura della mente. Al di là di tutte le caratteristiche e tutte le limitazioni terminologiche e filosofiche, è la mente del Buddha ciò che deve essere realizzato. Tuttavia, i mezzi per questa realizzazione sono diversi in corrispondenza delle diverse scuole e visioni filosofiche, ed è così che si possono distinguere i diversi approcci a Mahamudra:
1- Mahamudra libero da concettualizzazioni, secondo la tradizione dei Sutra, che segue la visione filosofica della Prajnaparamita. Questo approccio è basato sul ragionamento e l’analisi, e afferma che la natura ultima della mente, Mahamudra, è oltre, oppure vuota, di ogni concettualizzazione (tib. spros bral)
2- Mahamudra di beatitudine-vacuità (tib. bde stong) dei Tantra, basato sulla visione filosofica dei Sutra, ma che usa le tecnica dello yoga della divinità, la recitazione dei mantra, i mandala ed infine i quattro mudra per potere realizzare la natura ultima della mente. Questo approccio è considerato la quintessenza del Supremo Yoga Tantra[4].
3- Mahamudra dell’essenza (tib. snying po) secondo la trasmissione orale dei Mahasiddha Maitripa, Saraha e Tilopa. Questa tradizione non segue né i metodi dei Sutra né quelli dei Tantra, bensì introduce direttamente il discepolo al riconoscimento della natura ultima della mente attraverso le istruzioni orali del maestro spirituale, che illustra o fa riconoscere al discepolo (ngo sprod) questa stessa natura ultima.
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