LA TRADIZIONE DEL CHÖD
L’autentica tradizione,
il Chöd di Mahamudra,
è simile alla ben conosciuta Prajnaparamita
e la sua pratica è il Vajrayana segreto
(Machig Labdrön)
Il Grande Poema della Perfezione della Saggezza
di Aryadeva il Bramino
in sanscrito: Arya-prajnaparamita-upadesa
in tibetano: ‘Phags pa shes rab kyi pha rol tu phyin pa’i man ngag
Le istruzioni sulla perfezione della Saggezza[1]
A tutti i Budda e i bodhisattva offro i miei saluti e complete prostrazioni
Col sole e la luna delle vostre realizzazioni voi sconfiggete
le concezioni erronee nate dall’ignoranza,
mentre l’umidore della vostra compassione porta gli esseri viventi
alla maturità spirituale.
A Manjushri, Leone della Parola, che ha perfettamente realizzato entrambe le aspirazioni[2]
mi inchino in pura devozione con corpo, parola e mente.
Spiegherò qui al meglio delle mie abilità e per il beneficio degli altri
[la natura ultima della mente], il vero significato della Perfezione della Saggezza non-duale.
L’essenza del cuore di ciò che bisogna praticare, priva di ogni supporto
e libera da estremi concepiti concettualmente, come le visioni eternalista e nichilista.[3]
Attraverso [una spontanea] consapevolezza libera da artifici e corruzione
riconosci la tua mente come la radice sia del samsara che del nirvana.
Non è prodotta da cause e condizioni,
non-nata, naturalmente serena, la sua natura è la vacuità.
Capire [la sua natura] è come tagliare un tronco d’albero alla radice:
mai più rami di pensiero cresceranno da lì.
Qualunque cosa appaia alla mente, reale o immaginaria,
dalla, come fossero vaste offerte, al Lama e alla [Triplice] Gemma.
Offri saluti e totali prostrazioni, presenta omaggi ed offerte,
poi, con devozione, prendi rifugio e genera la mente altruistica
diretta all’Illuminazione[4]
Una volta che avrai ottenuto le istruzioni orali, tienile care
come i tuoi stessi occhi.
Anche a costo della vita non abbandonare mai le istruzioni
del [la via del] Bodhisattva,
e mostra perseveranza nella tua adesione all’addestramento.
Abbandona le dieci azioni negative come l’uccidere e le altre,
ed incoraggia gli altri a fare altrettanto.
Segui meticolosamente queste istruzioni per rinunciare ad uccidere
ed altri atti similari.
Vivi la vita in tal modo
Tuttavia, se solo abbandoni le dieci azioni negative
non troverai il supremo sentiero.
Metti piuttosto in pratica le sei perfezioni
ed incoraggia gli altri a fare lo stesso.
Segui meticolosamente le sei perfezioni.
Vivi la vita in tal modo.[5]
Man mano che ti coinvolgi [sempre più] nella pratica delle attività positive
come le sei perfezioni ed altre ancora,
rigetta ogni esaltazione appena dovesse sorgere.
Sino a quando non avrai realizzato il profondo significato
della Perfezione della Saggezza,
completamente non-duale e vuota da ogni estremo
come virtù e difetto, accettazione e rigetto, speranza e paura,
se anche tale inclinazione [della mente] fosse trasformata in virtù,
in questa stessa vita non conseguirai la liberazione.
Così, riguardo a tutti i fenomeni,
compositi e non-compositi [materiali e immaginari],
che l’impronta karmica sia positiva o negativa,
non prendere alcunché come riferimento fisso o supporto,
neanche fosse piccolo come un atomo.
Tuttavia, senza affidarsi anche ai mezzi abili[6]
la Perfezione della Saggezza non si manifesterà,
così come senza preparare il terreno
mai alcun raccolto apparirà
E se non avrai per prima cosa acquisito certezza sul significato [definitivo]
della Prajnaparamita,
anche se pratichi [le altre perfezioni come] la generosità, la disciplina, e la pazienza, perseveranza e concentrazione meditativa,
[sarai come] un cieco che ha perso il suo bastone:
coma farà a trovare il suo cammino?
Il significato della Prjanaparamita
non deve essere cercato in alcun luogo: esiste dentro di te.
Né reale né dotato di caratteristiche,
la natura [della mente] è la gran luce chiara[7].
Separato da ogni tipo di costrutto mentale
e naturalmente puro da ricordi concettuali
è il Buddha, che si tiene a mente praticando la meditazione.
Né interno né esterno, né dio né demone,
non esistente nel ciclo del samsara né oltre il nirvana,
né manifesta né vacua:
[la mente è] libera da tali apparenze duali.
Questa è la reale intenzione di Buddha, la sua
perfetta genuina visione.
Se si cercasse qualcosa di simile, si dovrebbe dire “lo spazio”.
Il supremo metodo qui [per realizzare la natura della mente]
è unire spazio e coscienza[8].
Quando mescoli in tal modo spazio e coscienza
purifichi spontaneamente ogni fissa nozione
come la realtà e le caratteristiche, negare e stabilire,
e dimori nella verità della talità, dharmata,
libera dalla cognizione dualistica soggetto-oggetto.
Con corpo e mente così [nel loro stato naturale]
senza ulteriori interventi, una fresca consapevolezza sorge,
estendendosi sin dove arriva proprio come lo spazio vuoto,
rimani in assorbimento senza freni o limiti in questa vasta espansione.
In questo tempo sperimenterai uno stato di coscienza
libera da supporti, da ogni fondamento,
una coscienza che dimora in nessun luogo,
non assorbita nei cinque elementi o in un altro oggetto esterno.
In desolate montagne rocciose o in mezzo a nevosi picchi
in campi d’ossa e cremazione, nella natura selvaggia,
in villaggi e città, in caverne e cave solitarie,
dovunque tu sia, medita sulla non-dualità.
Metti in pratica durante tutte le quattro attività vitali [camminare, dormire, sedere e mangiare]
il significato della non-nata [natura della mante] così come ti ha insegnato il guru.
Nel corso della tua pratica
con le benedizioni delle paramita
e la realizzazione dei fenomeni come vacui,
non vi saranno ostacoli.
Dentro la vacuità
come potrebbero [gli ostacoli] sorgere dalla vacuità?
Una volta realizzata come vacua l’essenza della realtà
ed oltre ogni segno e caratteristica,
restando in questa vacuità purificherai completamente
tutti gli oggetti dei cinque cancelli [dei sensi]:
forme e suoni, odori, gusti e ciò che può essere toccato.
Sebbene grezze afflizioni emozionali
emergeranno ancora, così come sottili attaccamenti all’ego,
nella non-dualità essi diverranno auto-liberati,
e di nessuna più importanza.
Avendo guadagnato tale realizzazione
dimora nella talità e diventa un liberato;
è come raggiungere le Isole Dorate[9]
[dove non ci sono impurità, terra o pietre].
Quando qualcuno viene ucciso, la sua vita tagliata alla radice,
non c’è altro bisogno [per l’assassino] di bloccare anche
gli organi di senso [della vittima], gli occhi e il resto.
Similmente quando la mente vien tagliata alla radice,
realizzerai i fenomeni come vacui.
Tagliare così la mente alla radice,
tagliare via i cinque veleni delle afflizioni mentali,
tagliare via visioni estreme e formazioni mentali
nella meditazione,
così come l’ansia, speranza e paura nelle azioni
e tagliar via anche l’arroganza [che s’aggrappa a un se][10]
dato che tutto questo è materia di un tagliare via [chöd pa],
questa è il significato vero del Chöd.
Ora, per quanto riguarda i demoni tangibili[11], o una brama a lungo coltivata
per una realtà manifesta,
o un’appassionata attrazione, odio o avversione
come si fa a tagliar via anche questi?
Dipende da se la tua esperienza è eccellente, mediana o ordinaria,
rimanere in spontaneo assorbimento libero da pensieri, simile a una densa foresta;
medita con la tua concentrazione rivolta a questi [demoni], come se fossi
dotato di poteri soprannaturali;
o come [usando] un’ascia affilata, stabilissi fermamente [la loro non-esistenza] con analisi e ragionamenti[12].
Quelli conosciuti come gli intangibili demoni[13]
altro non sono che magiche manifestazioni di dei e demoni,
e di arroganza.
Sopraffatto dalla paura, rimani assorbito in tal paura,
così come quando dirigi l’ago bruciante della moxa
con somma precisione sulla carne[14].
Tenendo i Tre Gioielli come tuo unico riparo e rifugio,
rimani come uno che vive sotto le costellazioni del cielo stellato.
L’avere a che fare, da presso o da lontano, dovrebbe essere evitato.
Taglia una volta per tutte [i legami] con cari amici e parenti.
Il segno definitivo [della realizzazione] nel Chöd
è l’esser libero dalla paura.
Il livello della realizzazione finale nella pratica
è la spontanea pacificazione di magiche interferenze [di demoni e di dei].[15]
Se però la tua pratica non è esatta, correrai via preso dal panico
[inseguito da tali magiche interferenze].
Non fuggire, rimani risoluto, solido come l’architrave di una porta,
anche se sorgessero terrore e panico.
Immutabile, come un palo di legno, sradica tutte le negatività,
vinci e soggioga [ogni interferenza demoniaca].
Tali sono le autentiche istruzioni [sul Chöd]
Quando stai meditando così sulla Prajnaparamita non duale
gli dei e i demoni locali non lo sopportano,
e disperati causano magiche interferenze di ogni tipo,
reali, immaginarie o nei sogni.
Quando si ha a che fare con esse, coloro che hanno eccellenti [capacità meditative]
dovrebbero rimanere assorbiti dal significato della [natura della mente] non-duale;
coloro che hanno capacità mediane dovrebbero concentrarsi su quelle pure meraviglie;
coloro che hanno capacità ordinarie dovrebbero trasformare i propri aggregati in offerte di cibo.
In secondo luogo, genera una consapevolezza che sperimenta la mante libera
da ogni punto di riferimento [o costrutti mentali].
Se vai a meditare in un luogo desolato,
nel caso sorgessero magiche manifestazioni di dei o demoni,
separa la consapevolezza dal corpo materiale [attraverso il trasferimento di coscienza][16]
Il corpo fisico è come una pietra – nulla può fargli male –
e la mente non ha esistenza reale, dato che è simile allo spazio.
Cosicché chi o cosa potrebbe mai essere danneggiato?
Riflettendo su questo, rimani nella talità, senza ansietà né paura.
Anche quando ti sembra che dei o demoni stiano portando via il tuo cadavere,
questo inanimato cadavere,
non muoverti neanche di un centimetro dal luogo dove siedi
non aver paura né pensa al pericolo.
Qualunque pensiero errante sorga, sono demoni che sorgono nella tua mente.
E la mente non ha neanche un atomo di esistenza: non c’è un luogo da dove essa venga.
Non c’è luogo ove essa risieda, né uno dove possa andare.
Una volta liberata, non è quello il posto da dove arriva la Buddhità;
se è ancora confusa, non avrebbe la possibilità di spostarsi nel Samsara.
[Poiché questo stato naturale è oltre la liberazione e la confusione]
tutte le azioni, le virtuose così come le negative, sono totalmente pure,
primordialmente pure, primordialmente liberate, primordialmente Buddhiche.
E ancora, non rifuggire dagli errori e dalle azioni negative, è un errore!
L’attaccamento a un principio filosofico è un’ oscurazione.
No-duale, auto-liberata è la natura ultima [della mente].
Prendi rifugio nell’essenza della realtà
e genera la mente rivolta all’Illuminazione.
Quando incontri ostacoli interiori
medita sulla non-dualità in luoghi selvaggi.
Se vuoi beneficiare qualcuno [con la pratica del Chöd],
genera compassione come preliminare,
comprendi quindi come tu stesso, l’ammalato, il demone e la malattia
sono tutti privi di un’esistenza inerente.
Fai poi pulizia per mezzo dei mudra e medita sulla vacuità.
Il paziente dovrebbe poi giacere a terra rivolto verso di te.
Se in tal modo la malattia non s’è ancora pacificata
porta il paziente in un luogo desolato, prendi rifugio e
genera la mente rivolta all’Illuminazione.
Scavalca tre volte l’ammalato e fallo continuando a meditare [sulla vacuità],
libero dagli estremi [e da ogni riferimento].
Fai quindi [a nome del paziente] un’offerta di mandala
assieme ai bastoncini e ciottoli sui quali hai invocato le benedizioni.
Gli dei delle regioni superiori dovresti guardarli come sacri
e i naga delle regioni inferiori dovrebbero essere stati pacificati.
Ogni servizio che richiederai loro, essi lo eseguiranno.
Tratta poi da amici gli dei di qualunque luogo tu risieda
e forza tutti i naga a sottomettersi, facendoli agire come tuoi servi.
Verso il guru, gli yidam , le dakini e i protettori dovresti avere
il sentimento di un loro unico figlio.
Una volta che avrai tagliato via i tangibili demoni
il mondo visibile non ti apparirà più come un nemico.
Una volta che avrai tagliato via i demoni intangibili,
gli yaksa maschi e femmine che portano danni
saranno legati da un giuramento.
Queste ed altre eccellenti qualità per mezzo delle quali
si possono beneficiare gli altri diverranno finalmente incommensurabili.
Il consiglio dato dal brahmino Aryadeva, Il Grande Poema che Spiega la Perfezione della Saggezza, [è così completato].
[colophon]
Seguendo la traduzione orale diretta fatta dal prezioso maestro Dampa Rimpoche, pandita indiano, a Dingri, nel Ritiro della Foresta di Fern, Zama Lotsawa revisionò [il testo tibetano] e ne stabilì la versione definitiva.
[Preghiere d’auspicio]
OM SVASTI!
Nella vasta nuvola dei profondi e segreti [insegnamenti]
del “discendente di Isvaku” (Shakyamuni),
se il tamburo del tuono d’estate delle imprese nell’egualmente profonda
pratica del Chöd risuonerà anche solo di un piccolo grazie a questa composizione,
la gioia nel gioco del pavone [da domare] è destinata a crescere.
Sul significato della saggezza, il secondo giro della ruota del Conquistatore,
spazio della Regina Vajra, spazio del Triplo Cancello alla liberazione,
questa stessa spiegazione [fatta dalla] suprema autorità, è stato proprio Aryadeva
a ristamparla, motivato dai tre tipi di devozione.
Per la sfera di cristallo lunare dei meriti così accumulati,
possa la densa oscurità del karma e delle illusorie oscurazioni essere illuminata;
e possa il banchetto festivo della chiara luce completa, la più luminosa di tutte,
possa il fiore kunda della mente fiorire attraverso i tre mondi.
NOTE:
[1] Questo è il titolo originale vero e proprio tradotto dal Sanscito: Arya de was ndzad pa’i shes rab khy pha rol tu phyin pa’i tshigs su bcad pa chen mo. La traduzione in inglese dell’originale testo tibetanio deve molto ai commentari orasli di Khenpo Tsultrim Gyamtso Rinpoche (del Marpa Institure, Baudda, Kathmandhu) e Gheshe Lobsag Ghiamtso (Scuola di dialettica, Dharamsala)
[2] I due proposaiti (don gnyis) sono: il proposito proprio del Bodhisattva di tagliar via l’ignoranza e realizzare la natura della mente l’altro proposito è l’attività compassionevole del bodhisattva a favore degli altri
[3] Si è qui volutamente tralasciata su indicazione di Geshe Lobtsang Gyamtso il vero che dice “bca’ bzhi gsum gyi bka’ yi thog tu bzhag” che sembra riferirsi alla quadruplice dam dca’ (ovvero “tesi”, skt pratijna) del sistema Madhyamaka
[4] E’ per definzione la mente (skt. Bodhicitta, tib. Byang chub kyi sems) rivolta all’Illuminazione con la motivazione di liberare tutti gli esseri dalla sofferenza del samsara
[5] Mthun ‘gyur legs pa brjod par bya : letteralmemte: recitali perfettamente per come essi sono
[6] Mezzi abili (skt upaya; rib. Thabs) il testo sembra sugerire l’unione della saggezza trascendentale (skt. Prajna; tib. Shes rab) e mezzi abili, vale a dire le altre cinque perfezioni (skt .paramita; tib. Pha rol tu phin pa). Questa prospettiva è la base vera e propria del Mahayana in generale e della Prajnaparamita in particolare.
[7] La Grande Chiara Luce (‘od gsal chen po) secondo la definizione più generale la essenza della mente è la vacuità, la sua natura è la chiarezza e la sua manifestazione è senza limiti. Questa chiarezza non è una caratteristica della mente, poiché nel contesto della Madhyamaka, la mente è vacuità. La Chiara Luce è priva di ogni realtà e, essendo il frutto dell’esperienza meditativa dello yogi, non può essere oggetto di analisi.
[8] Unire spazio e consapevolezza (dbyings dang rig pa bsre bar bya): il discepolo è introdotto alla pratica attraverso l’iniziazione di Aprire i cancelli delo Spazio, che Dampa trasmise a Machig. A partire da questo verso, il testo corrisponde esattamente alla tradizione del Chöd di Machig
[9] Le Isole Dorate (gser gling dag): si riferisce all’arcipelago di Sumatra
[10] Il testo ha qui l’espressione snyems byed ovvero letteralmente “arroganza” o “orgoglio” ma nel contesto della pratica del Chöd viene meglio reso con l’espressione “l’erroneo aggrapparsi alla realtà “ oppure “attaccarsi ad un ego”, vale a dire il quarto demone descritto nella tradizione del Chöd
[11] I “Demoni materiali” (thogs pa’i bdud) sono percepiti dai cinque sensi, talvolta sono piacevoli talaltra spiacevoli, talvolta indifferenti. Questi demoni fanno sorgere l’attaccamento, l’avversione o ignoranza
[12] Se la pratica del meditatore è eccellente lui o lei taglierà via tutti i punti di riferimento, tutte le idee di direzione, uno stato nel quale sembra di essere persi in una vasta foresta. Nel secondo caso, ilmeditatore scofigge i demoni nello stesso momento in cui essi appaiono nella mente, come se il o la meditatore/trice fosser già provvisti di poteri soprannaturali. Infine, l’ascia afflata rappresenta la saggezza trascendente che taglia via l’attaccamento alla realtà di questi demoni per mezzo della ragione.
[13] I demoni immaginari o intangibili o immateriali (thogs med bdud) sono quelli che non possono essere percepiti dai sensi. Alcuni di essi sono puramente immaginari, altri possiedono un relativo grado di realtà.
[14] La Moxibustione (me btsa’) : il trattamento della medicina Tibetana che viene applicato ad alcuni punti che si trovano sulle linee meridiane del corpo
[15] In relazione ai termini tecnici relativi al Chöd – chod tshad “segno definitivio di realizzazione” e “tshar tshad” “livello di realizzazione finale”- vedi le spiegazioni nel Cap. III sez. IV e Capitolo IV sez. 4 sotto.
[16] Frase attribuita sia a Machig che a Dampa : essa si riferisce alla pratica del trasferimento di coscienza (‘pho ba), conosciuto anche come l’Apertura dei cancelli dello Spazio